Giovedì 5 settembre, presso il Palablack di Miroglio Spa in Alba, Apro Formazione ha tenuto l’annuale meeting di inaugurazione dell’anno formativo 2024/2025. Ad aprire i lavori il benvenuto di Giuseppe Miroglio, Presidente dell’omonimo gruppo, e di Paolo Zoccola Presidente di Apro Formazione.

Un’occasione per ripercorrere la storia di Apro che, dal 1958 concretizza, attualizzandola, la visione del suo fondatore Don Gianolio, ben sintetizzata dalla formula ideata per l’occasione dal professor Aldo Bonomi : “Ricordare il futuro per anticipare il passato”.

Il Direttore Antonio Bosio ha poi presentato i dati relativi all’anno formativo appena concluso: sono quasi 5500 gli utenti e oltre 1200 le aziende che hanno fruito dei servizi formativi di Apro, per un volume di attività di circa 9 milioni di euro. Un trend in continua crescita che si ripercuote positivamente anche – e soprattutto – sul territorio dove, secondo l’analisi della società internazionale Deloitte, per ogni euro investito il ritorno è pari a 3,12 €.

Bosio conclude il suo intervento ribadendo l’importanza delle connessioni, del “fare rete”, sia a livello locale che internazionale. Una necessità sempre più stringente nel contesto odierno, dove l’unico modo per contrastare il drastico calo della natalità è aprirsi verso nuove realtà, verso un’internazionalizzazione inclusiva che consenta di fronteggiare le nuove sfide del mercato del lavoro. Questo stesso tema viene ripreso e approfondito dal
professor Aldo Bonomi, sociologo del consorzio Aaster e curatore della rubrica Microcosmi su Il Sole 24 Ore.

È infatti Bonomi a parlare di “identità di relazione”, ossia della necessità di alimentare le relazioni con il territorio e con la società, al fine di creare una rete di relazioni globali
in grado di produrre valore.

Parallelamente è fondamentale ricordare il passato, non dimenticare mai le proprie origini e la memoria storica del territorio, per poter immaginare – e costruire – il futuro. Un concetto ribadito dall’intervento dell’attore e autore albese Paolo Tibaldi che, attraverso l’eccellente interpretazione di brani tratti da Pavese e Fenoglio, ci ricorda come le Langhe fossero un tempo luogo di migrazioni e povertà anziché di crescita e sviluppo.

Attraverso le storie di Anguilla e di Agostino Braida, protagonisti dei più celebri romanzi di Langa, Tibaldi racconta anche le storie dei tanti stranieri che oggi arrivano nel nostro territorio. Storie caratterizzate dai medesimi elementi: il sogno di un futuro migliore, la difficoltà a comunicare e, in particolare, nel trovare una casa.

Perché, come ben spiega Bonomi nel suo articolo su Il Sole 24 Ore, “Quando il mattone e la zolla divengono derivati, il rischio del depauperamento collettivo è dietro l’angolo, ad
Alba non si trovano lavoratori, ma quelli che giungono da fuori non trovano casa.”

A questo si aggiunge un mercato del lavoro profondamente mutato, se non addirittura rovesciato, dove “nei settori forti non si trovano i profili “giusti” […] nei settori più deboli e nelle professioni esecutive non si trovano i lavoratori tout court.” Ed è proprio questa la vera sfida di Apro Formazione secondo Bonomi: comprendere questa nuova composizione sociale, i processi che la sottendono e individuare quali sono le figure professionali che operano all’interno di questi processi.

Ma non solo. Per fare formazione adeguata, per Bonomi, è necessario anche ripristinare le economie fondamentali, ovvero quelle che rimandano a 3 questioni del territorio: la casa, i servizi e le reti di prossimità. Perché garantire lavoro significa anche garantire una casa, i servizi e le reti comunitarie, oltre al welfare aziendale. Apro agisce dunque come un operatore di comunità che connette le economie fondamentali con i grandi processi di modernizzazione.

Bonomi passa poi a parlare del tema ecologico, sostenendo che “non si può fare green economy senza fare green society, non ci può essere conversione ecologica senza condivisione sociale.”

Ma come costruire una green society? Attraverso l’attenzione ai beni comunitari, che non comprendono solo le economie fondamentali, ma sono l’intero patrimonio del territorio. E
per farlo, servono efficienza e coesione sociale.

Davanti ai problemi territorio, Bonomi invita Apro a coltivare l’identità di relazione, continuando ad essere quell’operatore di comunità capace di formare, integrare e inserire nel mondo del lavoro anche i soggetti più fragili.

Al termine del meeting il Presidente Paolo Zoccola, il Consigliere di Amministrazione Matteo Rossi Sebaste e il Direttore Antonio Bosio concludono i lavori ringraziando dipendenti e collaboratori di Apro Formazione per i risultati ottenuti nell’ultimo anno.