Da presidente della Provincia di Alessandria e – ancor prima – sindaco di un piccolo comune come Borghetto, alla Regione Piemonte: l’assessore agli Enti Locali, Enrico Bussalino ci spiega il suo percorso: «Ho sempre svolto l’attività amministrativa con impegno e passione. Per me è sempre stato fondamentale tutelare il territorio sia dal punto di vista ambientale che economico. Come presidente, ho sempre cercato di dare pari dignità a tutti i comuni, grandi e piccoli, impegnandomi a preservare i servizi essenziali nei territori marginali, dalle scuole agli ospedali dei centri zona. Come assessore regionale, l’attività amministrativa è più ampia. Le deleghe che il presidente Cirio mi ha assegnato sono molto importanti e richiedono grande responsabilità e determinazione per ottenere risultati a favore della comunità».
Di recente lei ha ribadito il ruolo dell’autonomia differenziata. Perché è così importante anche per i nostri territori?
«L’autonomia differenziata è un’opportunità per tutto il Paese: aumenta l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa e snellisce i processi burocratici, spesso ostacolo per cittadini e imprese. Ogni Regione è libera di richiederne l’applicazione per le materie che ritiene opportune, nel rispetto dei principi costituzionali. Noi vogliamo cogliere questa opportunità, convinti di poter migliorare i servizi per la comunità. Alcuni esempi: per quanto riguarda la Protezione Civile, in caso di alluvione, la Regione deve oggi richiedere l’autorizzazione della Presidenza del Consiglio per dichiarare lo stato di calamità, nonostante i tecnici di Arpa Piemonte abbiano già determinato la quantità di acqua caduta e trasmesso i dati. L’obiettivo è ridurre la burocrazia e accelerare il processo. Un altro esempio riguarda la fascia di rispetto cimiteriale: una maggiore autonomia normativa permetterebbe di valutare alcune rimodulazioni in base alle caratteristiche dei territori. Inoltre, la gestione di tributi come l’Irap e la tassa automobilistica potrebbe essere attribuita direttamente alla Regione, senza passare dallo Stato, mantenendo così la liquidità sul territorio. Non si tratta di togliere risorse alle altre regioni, ma di gestire meglio quelle già presenti in Piemonte».
Infrastrutture, quali saranno gli interventi più importanti nei prossimi anni nel Cuneese?
«Ci sono diversi progetti strategici per il territorio che sto seguendo assieme al presidente Alberto Cirio e al collega Marco Gabusi. Recentemente ho partecipato a un convegno a Pieve di Teco, in provincia di Imperia, dedicato alla viabilità tra Piemonte e Liguria, con particolare attenzione al completamento della galleria Armo-Cantarana. Per quanto riguarda l’Asti-Cuneo, sono in corso i lavori per le opere fondazionali e le indagini archeologiche. Sulla Tangenziale di Alba, la Regione ha già dato parere positivo sulla valutazione di impatto ambientale e si attende ora quello del Ministero. Un’altra opera strategica è il Tunnel del Tenda: il presidente Cirio ha scelto Limone Piemonte per la prima riunione della giunta itinerante, proprio per dare un segnale di vicinanza alla comunità. La Regione non ha competenza su questo cantiere, ma continua a fare pressing sull’azienda affinché rispetti gli impegni».
E quali sono le criticità che ha potuto verificare in questi mesi?
«La delega all’autonomia differenziata, essendo nuova, è stata particolarmente impegnativa all’inizio e lo è tuttora. Per quanto riguarda il resto delle deleghe, devo dire che i miei predecessori hanno fatto un ottimo lavoro. Attualmente c’è molta collaborazione con i colleghi assessori e con Cirio».
In tema di sicurezza quali sono gli interventi da effettuare?
«In questo periodo ho avviato una serie di incontri con i prefetti delle diverse province piemontesi per comprendere a fondo le esigenze specifiche dei territori, con l’obiettivo di pianificare e implementare strategie di sicurezza efficaci e mirate che la Regione può sostenere. Le forze dell’ordine svolgono un ruolo fondamentale, ma credo che anche la Polizia Locale sia strategica per i territori. Stiamo quindi lavorando con i nostri uffici per pianificare bandi a sostegno dei corpi di polizia municipale, a partire dai comuni più piccoli. La sinergia tra istituzioni, autorità locali e forze dell’ordine è essenziale per fornire risposte rapide e adeguate ai bisogni delle nostre comunità».
Caporalato: può raccontare l’esempio virtuoso di Saluzzo?
«Il Piemonte è da anni impegnato nel contrasto al caporalato e nel garantire adeguate condizioni di accoglienza per i lavoratori stagionali, specialmente in estate e in autunno. Il protocollo “Cuneo”, con la regia della Prefettura, ha avviato un sistema di accoglienza diffusa per il personale regolare, garantendo anche assistenza sanitaria e supporto nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il 28 agosto il prefetto Maurizio Falco, commissario straordinario del Governo, ha visitato il Piemonte per vedere da vicino uno dei migliori esempi italiani, ovvero Saluzzo e i comuni limitrofi».
Il rapporto con gli enti locali è importante? Come pensa di svilupparlo?
«È fondamentale e intendo rafforzarlo sempre di più. Grazie all’esperienza amministrativa, prima come sindaco di un piccolo comune della Val Borbera e poi come presidente della Provincia di Alessandria, ho una chiara idea delle necessità dei territori. Uno dei miei obiettivi è preservare i servizi essenziali nei territori marginali, dalle scuole agli ospedali dei centri zona. Inoltre, è importante aumentare i fondi per le Unioni dei Comuni e sostenere concretamente i Comuni più piccoli, anche attraverso contributi alla Polizia Locale per l’acquisto di uniformi e materiali di servizio».
L’immigrazione è un problema anche in Piemonte, quali sono le maggiori problematiche?
«Il problema più delicato che la Giunta sta affrontando è proprio quello del caporalato. In particolare, il mio assessorato è impegnato su alcuni programmi per favorire l’integrazione e l’inserimento nel mondo del lavoro regolare».