«Una visione positiva dei genitori verso i figli per educarli al meglio»

L’esperto psicologo dell’età evolutiva Ezio Aceti aprirà a Villanova di Mondovì il progetto “L’Accademia dei Genitori”: lo abbiamo intervistato

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Un progetto che vuole aprire al dialogo, alla condivisione, all’importanza della responsabilità educativa: questa l’essenza del progetto “L’Accademia dei Genitori”, un’iniziativa educativa rivolta ai genitori di bambini e ragazzi. Il primo ap­puntamento si terrà venerdì 11 ottobre, alle ore 20.30, presso il Teatro Garelli di Villanova Mondovì. A inaugurare la rassegna ci sarà il dottor Ezio Aceti, noto esperto di psicologia dell’età evolutiva e di psicologia scolastica, consulente per il Comune di Milano e altre province lombarde, e presidente dell’Asso­cia­zione Parvus, che racconta con il cuore il suo approccio e le difficoltà dell’educazione moderna.

Lei aprirà questo interessante ciclo di approfondimenti, di cosa si tratta?
«Questo progetto rappresenta una sorta di percorso e io avrò l’onore di inaugurarlo, cercando di creare uno sfondo educativo, partendo da quali siano quegli atteggiamenti che permettono lo sviluppo del bambino, del ragazzo e le dinamiche educative».

Quale sarà il suo approccio?

«Sarà enormemente semplice, faccio un esempio. Se noi andiamo in un posto e vediamo il sole, dopo un po’, tutto sarà illuminato. Anche se quel luogo può avere tanti aspetti negativi, lentamente il sole lo illumina e riscalda. Io applico lo stesso ragionamento: l’atteggiamento educativo più corretto è una visione positiva dell’altro, i genitori non devono vedere il proprio figlio come qualcuno da educare, ma come qualcuno da sostenere, facendo in modo che tiri fuori il meglio di sé. Più esalto il positivo, più l’altro diventa positivo. Cerco di entrare ancora più in profondità…».

Prego.
«Si parla spesso della questione di Dio, che ha creato il male, ma cos’è il male? Si tratta dell’assenza di bene, Dio non ha creato il male. E cosa vuol dire educare se non so­stenere gli aspetti positivi del bambino e del ragazzo, tralasciando quelli negativi? Que­sto non vuol dire, ovviamente, dargli sempre ragione, ma insistere maggiormente sul positivo. In questo ci aiuta Aristotele che diceva che una persona a forza di provare a fare una cosa diventa capace di farla. E quindi più ci esercitiamo sul positivo, più diventiamo positivi e più facciamo diventare positivi gli altri. È questo l’atteggiamento educativo per i genitori».

Lei pensa, quindi che si educa a tutto?
«Tutte le famiglie sulla faccia della Terra hanno mille motivi per stare insieme e mille motivi per lasciarsi. Quando uno si sposa, è attratto dall’altro e da questo innamoramento bellissimo. Dopo un po’ la natura fa sì che l’attrazione diminuisca e questo non vuol dire che cali l’amore, ma semplicemente significa che ci sono momenti in cui arrivi a scegliere l’altro per quello che è, non per quello che ti dà: questo è il vero amore. Io sto con te non per interesse, ma perché tu esisti. All’inizio si fa un po’ fatica, ma poi avviene il miracolo: l’interiorizzazione dell’altro, che diventa parte di te. E si arriva a un punto di connessione, che non vuol dire pensarla allo stesso modo, ma accettare l’altro per quello che è».

L’altro viene visto con i suoi difetti.
«La scoperta è che la fragilità e il difetto, che apparentemente potrebbero essere pensati come negativi, sono in realtà un’opportunità per costruire un legame più vero e attivo».

Si vive però in una società complessa, piena di problematiche e di disumanizzazione, come ci si può muovere?
«Le dico una cosa precisa: le difficoltà sono molto semplici. Abbiamo avuto dei cambiamenti velocissimi, che facciamo fatica a gestire. E non è un caso che la prima malattia d’Europa sia la depressione. Ci sentiamo schiacciati e facciamo fatica a gestire le cose perché non abbiamo gli strumenti per governare il cambiamento. È come quando si apre la finestra e arriva in casa una folata di vento gelido. All’inizio si fa fatica, noi siamo in questo momento storico, ma non bisogna fare l’errore di pensare che il “vento gelido” sia del tutto negativo. Noi dobbiamo adattarci un po’ e imparare che cosa possiamo fare».

E come vede il futuro dei bambini?

«Facciamo pure gli incontri sui mass media, le dipendenze social, ma rendiamoci conto che i nostri figli hanno una “testa-mondo”, sono già in grado di sviluppare contatti con migliaia di persone: il futuro sarà relazionale. Noi ci troviamo ad affrontare questo passaggio, non siamo abituati a gestire la complessità, ma il futuro sarà complesso. Molti ritengono che tutto questo sarà negativo, ma non è così. Solo uno sguardo lontano può capire che Dio continua a creare e che la creazione non è finita, nonostante tutte le fatiche».

Il progetto “L’Accademia dei Genitori”, finanziato dalla Fondazione Crc e promosso dalle parrocchie di Villanova di Mondovì, Roccaforte Mondovì, Frabosa Soprana, Frabosa Sottana e Pianfei, è patrocinato dai rispettivi Comuni. Si tratta di un ciclo di incontri pensati per rafforzare le competenze educative dei genitori, offrendo loro uno spazio di confronto e dialogo per superare le difficoltà quotidiane legate alla crescita dei propri figli.
L’iniziativa prevede una serie di incontri in plenaria, con ospiti d’eccezione, oltre a Ezio Aceti, Alberto Pellai, Barbara Tamborini, Eleonora Briatore e Nicoletta Musso, affiancati dagli esperti del Centro Adler di Cuneo. Ogni incontro sarà anche l’occasione per approfondire tematiche specifiche legate alle diverse fasi evolutive dei ragazzi, favorendo la nascita di gruppi di genitori pronti a condividere esperienze e a costruire una vera e propria rete di sostegno.

Articolo a cura di Daniele Vaira