Uno spaccato della società italiana che a riguardarlo oggi appare impietoso e surreale. Sembra incredibile che sia accaduto davvero, eppure andò proprio così. Al culmine della sua popolarità televisiva Enzo Tortora, innocente, fu arrestato e mandato in prigione per colpe che non aveva, sulla base delle presunte rivelazioni di alcuni pentiti. Erano gli anni ’80, il conduttore televisivo fu accusato di far parte di un’associazione camorristica. Quando lo scagionarono era ormai troppo tardi, perché la sua vita e quella della sua famiglia, sarebbero state segnate per sempre. Ora la sua storia torna al centro di un racconto televisivo nella nuova serie tv di 6 episodi diretta da Marco Bellocchio. Si intitola “Portobello”, dal nome della popolarissima trasmissione condotta da Tortora per sette edizioni a partire dal 1977. Le riprese sono già iniziate a Roma nei giorni scorsi e toccheranno anche la Sardegna, la Campania e la Lombardia. La serie uscirà prossimamente sia al cinema che in televisione (al momento non si sa ancora su che rete o piattaforma di video in streaming). A prestare il volto a Enzo Tortora c’è Fabrizio Gifuni, attore che con Bellocchio ha già lavorato in passato in “Fai bei sogni”, “Esterno notte” e “Rapito”.
La serie è la prima prodotta dalla nuova società di produzione Our Films (fondata da Lorenzo Mieli e Mario Gianani) insieme alla Kavac Film di Simone Gattoni, Marco Bellocchio e Francesca Calvelli, in coproduzione con Arte France e in collaborazione con The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle. “Portobello” ripercorre la vicenda di Enzo Tortora, indicato da alcuni collaboratori di giustizia come affiliato di un’associazione camorristica dedita al traffico di stupefacenti. Come sempre succede, l’opinione pubblica si ritrovò divisa tra colpevolisti e innocentisti. Tortora pagò un prezzo altissimo, si ammalò negli anni, dopo mille battaglie sociali e anche politiche, se ne andò il 18 maggio 1978. «Subì una grande ingiustizia: arrestato, processato e condannato, fu completamente assolto solo dopo una lunga odissea giudiziaria. Era un lottatore, ma la lotta lo fece ammalare e morire. Non ne farò un santino, scaverò dentro di lui in una serie perché un film non può contenerlo», ha dichiarato Marco Bellocchio.
Il regista è un protagonista imprescindibile del cinema italiano. Nato a Bobbio, si diploma in regia nel 1962, e frequenta la Slade School of Fine Arts di Londra. Nel 1965, a ventisei anni, esordisce con “I pugni in tasca”, vincendo la Vela d’argento al Festival di Locarno. Due anni dopo, con “La Cina è vicina”, vince il Leone d’argento a Venezia. La contestazione politica, la critica nei confronti della società borghese, dell’educazione cattolica e delle istituzioni continua nei lavori successivi, “Sbatti il mostro in prima pagina”, “Nel nome del padre” e “Marcia trionfale”. Nel 1977 incontra lo psichiatra Massimo Fagioli e inizia a seguire i seminari dell’Analisi Collettiva, intraprendendo un percorso di cura e ricerca durato trent’anni che influenza il suo percorso artistico segnato da un’assoluta libertà linguistica e visiva, tangibile in opere quali “Diavolo in corpo” e “La condanna”, Orso d’Argento nel 1991 a Berlino. Negli anni Duemila “L’ora di religione” e “Buongiorno, notte” segnano il ritorno alla sua poetica più sofferta e personale. Nel 2011 riceve il Leone d’oro alla carriera a Venezia. Nel 2019 “Il traditore” riceve sette Nastri d’argento e sei David di Donatello. Nel 2021 commuove il pubblico del Festival di Cannes, dove riceve la Palma d’oro alla carriera, con il documentario “Marx può aspettare”.
Tornando alla serie su Tortora, oltre a Fabrizio Gifuni, il cast comprende Lino Musella (“Gomorra: la serie”), Romana Maggiora Vergano (“C’è ancora domani”), Barbara Bobulova (“Il re”), Alessandro Preziosi (“La vita bugiarda degli adulti”) e Fausto Russo Alesi (“Il traditore”). La serie è stata scritta da Marco Bellocchio, Stefano Bises, Giordana Mari e Peppe Fiore.
Il caso Tortora diventa serie tv firmata Bellocchio
Una vicenda che ancora oggi appare surreale e drammatica, presto uscirà in streaming grazie al regista di “Sbatti il mostro in prima pagina”. Nella parte del conduttore ingiustamente accusato c’è Fabrizio Gifuni