Di quale Europa hanno bisogno le piccole e medie imprese italiane? Perché è innegabile che, con il 50% dell’export Made in Italy destinato al mercato europeo e oltre il 70% della normativa aziendale dettata dalle regole comunitarie, le piccole e medie imprese italiane (Pmi) non possono fare a meno dell’Europa. Ma proprio per questo c’è bisogno di agire concretamente e nell’immediato, fornendo gli strumenti migliori a chi opera nell’interesse della comunità.
L’evento che si è tenuto a Desenzano del Garda, organizzato da Confindustria Lombardia in collaborazione con Confindustria Brescia insieme con Confindustria Emilia-Romagna, Confindustria Piemonte e Confindustria Veneto, ha provato a rispondere al quesito guardando alle necessità delle Pmi e agli orientamenti strategici necessari, in un contesto di instabilità e cambiamenti epocali per continuare a garantire un alto livello di innovazione e competitività nel medio-lungo periodo.
Il presidente Alberto Biraghi (Piccola Industria Confindustria Piemonte), assieme a Giorgio Luitprandi (Lombardia), Davide Piol (Veneto) e Andrea Pizzardi (Emilia-Romagna), ha puntualizzato: «Le sfide che le Pmi italiane hanno di fronte, in particolare le concomitanti transizioni ambientale, energetica e digitale, necessitano di pianificazione industriale, di tempo adeguato e di considerevoli risorse per gli investimenti: dall’Europa le piccole e medie imprese del nord si aspettano più sostegno e meno vincoli regolatori, ma soprattutto vogliono un’Unione Europea che riporti al centro l’industria per competere alla pari con i principali player globali in termini economici e di incentivi a supporto delle imprese, perché non esiste Europa senza industria».
Il presidente della Piccola Industria di Confindustria Giovanni Baroni, aprendo il convegno, ha dichiarato che «queste 4 regioni da sole valgono metà del Pil dell’Italia, terza economia Ue. Stiamo parlando di uno dei cuori produttivi dell’Europa. Ed è un cuore manifatturiero e internazionalizzato. Da qui partono due terzi delle esportazioni italiane, pari a 400 miliardi di controvalore, per metà dirette verso gli altri paesi dell’Unione europea. Dietro a questi numeri c’è un tessuto largamente formato da Pmi spesso con una fortissima integrazione a livello industriale, commerciale e finanziario in cluster e filiere europee e internazionali. Per questo, è fondamentale che osservazioni e richieste che provengono dalle Pmi di questo territorio vengano ascoltate a Bruxelles con particolare attenzione, che si tratti di semplificazione, di infrastrutture materiali e immateriali, di facilitazione degli investimenti per l’innovazione o di capitale umano».
Nel corso del suo intervento a Desenzano, Stefan Pan, vicepresidente di Confindustria per l’Unione europea e il Rapporto con le Confindustrie europee, ha indicato le priorità: «Accanto ai pilastri della competitività e di una politica industriale europea, nella nuova legislatura Ue sarà essenziale introdurre una serie di azioni mirate a sostegno delle Pmi, soprattutto in materia di semplificazione. In particolare, servirà un piano ambizioso dedicato alla riduzione degli oneri burocratici e di reporting e all’accelerazione delle procedure autorizzatorie (permitting), basato su strumenti come il “Controllo di competitività”, per valutare l’impatto delle nuove norme europee sulle aziende, e il “Test Pmi”, per le ricadute dirette sulle piccole e medie imprese. La sostenibilità ambientale va integrata con quella economica e sociale, riconoscendo all’impresa il suo ruolo di creatrice di valore e di valori per tutti i cittadini». All’incontro “Gli orientamenti strategici dell’Europa a supporto delle Pmi” sono intervenuti anche il direttore della Delegazione di Confindustria presso l’Ue, Matteo Borsani,
l’europarlamentare Massimiliano Salini e il presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia, Marco Capitanio.
«Più sostegno dall’Ue e meno burocrazia per le Pmi del nord»
Alberto Biraghi ha rappresentato Piccola Industria Piemonte all’incontro di Desenzano