«Ce l’ho con i finti Verdi e con chi porta avanti gli orrori di guerra»

L’ex direttore di Libero senza filtri: «L’Ucraina doveva trattare subito con la Russia, anch’io se sfido Tyson le prendo. Israele cosa doveva fare dopo il 7 ottobre, mandare cartoline ad Hamas? Per promuovere la Meloni basta fare un confronto con i governi precedenti. Giuli l’ho assunto io, è intelligente e colto»

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Si diverte a far saltare il banco della scena opinionistica con un linguaggio diretto e as­sai spiazzante. A volte serve ef­fettivamente a rompere il conformismo dilagante, in altri casi la provocazione va oltre. Ma il professionista non si discute e il personaggio è senza orpelli, prendere o lasciare.

Vittorio Feltri, ci aveva già detto di apprezzare Alba e questo è il periodo della Fiera del Tartufo Bianco: farà un salto?
«Eh ma non sono più giovanissimo, ho qualche acciacco e me ne sto a casa. Sono però venuto diverse volte anche con mia moglie ad assaporare il tartufo, che resta una risorsa meravigliosa».

Passiamo a un tema di segno opposto, molto meno gradevole: la guerra in Ucraina.
«Un casino, non capisco l’insistenza di Kiev nel voler andare contro la Russia. Fa un po’ ridere: come se io in un match di pugilato sfidassi Tyson… È chiaro che poi le prendo!».

Ora l’esercito ucraino comincia a essere anche a corto di soldati.
«Certo, ma poi l’Ucraina è sempre stato un Paese poco organizzato. Mi sembra presuntuoso da parte sua voler andare fino in fondo con questa guerra. Io avrei cercato di trattare subito, concedendo anche qualche territorio, pur di trovare in qualche modo una soluzione».

Territori che intanto la Russia si è presa.
«Appunto».

Come andrà a finire?
«Non sono uno statista, ma so che fare la guerra è la cosa più stupida che ci sia. Se sconfiggi il tuo avversario, in ogni caso perdi tanto anche tu e allora cosa risolvi? Alla fine, inoltre, anche se ne esci vincitore, devi sempre metterti al tavolo e trattare. Allora è meglio farlo prima, no? Si eviterebbe tutto questo spargimento di sangue che fa davvero orrore».

La causa scatenante è stata il ventilato ingresso degli ucraini nella Nato?
«Ma io mi chiedo che gliene frega all’Ucraina di entrare nella Nato? Comunque anche la Russia non è un Paese forte militarmente, ha molti limiti».

E sul fronte Israele-Gaza?
«Tutti ce l’hanno con Israele, ci sono tante manifestazioni a favore della Palestina. Sono anche d’accordo sul fatto che Israele ora stia un po’ esagerando, però bisogna ricordarsi che la guerra è cominciata perché Hamas ha fatto quello che ha fatto il 7 ottobre di un anno fa. E quindi, che cosa poteva fare Israele? Rispondere mandando delle cartoline agli avversari? Ovvio che poi scoppiasse la guerra. Certo, gli sviluppi non è che mi piacciano molto, una guerra così non piace a nessuno. Però io sono dalla parte di Israele».

Ora sta avanzando in Libano ed entrando in contatto con le truppe Unifil, tra cui quelle italiane.
«Non so se questo diventerà un problema ancora più grande, intanto assisto sgomento a quello che accade».

Ha seguito il discorso di Ilaria Salis al Parlamento europeo? Sappiamo che non le è simpatica…
«Non mi è affatto simpatica, è pessima».

Però ha mostrato coraggio af­frontando direttamente Orban.
«Uh, che coraggio andare contro Orban! Ma se lo fanno tutti… in realtà è puro conformismo».

Torniamo in Italia, il tema delle tasse è sempre spinoso?
«Ovvio, abbiamo il de­bito pubblico più alto del mondo. Chiaro che si deb­ba intervenire a livello fiscale, se no dove si andrebbe a finire? Ma per fare la finanziaria poi ci vogliono i soldi, altrimenti non riesci a combinare niente».

Il governo Meloni come si è mosso fino a questo momento?
«Stimo la Meloni, è brava, ha fatto ciò che poteva. Dopodiché basta fare un confronto con i governi precedenti per promuoverla. Anche perché tutti i dati internazionali economici le sono favorevoli».

Ha fatto scelte chiare?
«Secondo me è stata bravissima e infatti è molto stimata, a parte l’Italia dove ci sono i soliti ex comunisti che rompono… Ma lo sappiamo, sono fatti così».

Il ruolo dell’Italia può essere più incisivo di quello attuale?
«Mi pare che l’Italia già conti qualcosa, non può però certamente pensare di dominare l’Europa. È uno dei Paesi che la compongono. Bisogna anche cercare di essere ragionevoli».

Che cosa pensa dei temi d’attualità come la transizione ecologica?
«Che sono contrario a questo conformismo ecologico. Mi dà anche un po’ sui nervi, bisogna comunque tenere conto dell’opinione pubblica. E in effetti ormai fanno tutti i “verdi”… Anche se poi si comportano come “neri”».

E l’auto elettrica non va.
«Ma è evidente, fa schifo. Ne sono convinto e non è proprio il caso di predicare a favore dell’auto elettrica. Io ho la mia macchinetta, una Mini a benzina, e non mi importa nulla dell’elettrico».

È troppo difficile da gestire?
«Ma sì, anche solo per ricaricarla… Non è quello il problema del clima. Quando sospendono per un giorno il traffico a Mi­lano, all’indomani i dati sono peggiori di quando circolano le auto a benzina».

C’è poi un problema economico connesso all’auto elettrica.
«Il prezzo è troppo alto e quindi non si vende. Io in ogni caso non la comprerò mai. Chi ce l’ha, si infuria per tutte le problematiche annesse. Poi, facciano come vogliono».

La vediamo molto a suo agio nella bella trasmissione di Chiam­bretti.
«Dico quattro cavolate…».

Ha fatto pace, intanto, con i ciclisti?
«Ma io non ce l’ho mica con i ciclisti, ce l’ho con il Comune che ha realizzato tutte piste ciclabili sbagliate che provocano incidenti. Anch’io andavo in bici da ragazzo, adesso vado in macchina perché la bicicletta costa fatica e mi rompe… Ma trovo che i ciclisti non osservino le regole del codice della strada. Non tutti, ma la maggiorparte sì. Ma anche in questo caso, facciano come vogliono, non mi scandalizzo».

Diceva delle piste ciclabili…
«Le realizzano strozzando le vie principali. A Milano in certe vie non circoli più».

A proposito di grandi città: sono sempre meno sicure?
«In tutta Italia è così. Con tutti gli immigrati che abbiamo, cosa pretendiamo? Vengono qui e non lavorano perché non san­no farlo. Per sopravvivere de­vono delinquere. Bisogna evitare di farli arrivare. Come? Non lo so… ».

Ottimista per il futuro?
«Ho attraversato momenti peggiori tra terrorismo e brigate rosse, non è il caso di fasciarsi la testa. Le cose ora non vanno, ma qualsiasi società affronta certe fasi. La questione principale riguarda gli immigrati».

Ha capito il senso del discorso del ministro Giuli?
«Lo conosco e l’ho anche assunto a Libero. Faccia i discorsi che crede, tanto le stupidaggini che dicono i politici non è che siano migliori. L’uomo è intelligente e colto, non penso farà male. Come non ha fatto male Sangiuliano. Ma è caduto sulla… Perché? Non è pratico».

E il campo largo?
«Sembra un campo santo».

Le manca il giornalismo?
«Come mi manca? Scrivo un articolo al giorno, il fondo alla domenica… Che devo fare di più?».

 

CHI È

Giornalista, opinionista e scrittore, è stato direttore editoriale del quotidiano Il Giornale.
In precedenza ha diretto Libero, il settimanale L’Europeo, L’Indipendente e il Quotidiano Nazionale (che comprende Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno)

 

COSA HA FATTO

Ha appena scritto “Il latino lingua immortale – perché è più viva che mai” con Mondadori.
Altri titoli: “Non abbiamo abbastanza paura” (2015), “Chiamiamoli ladri” (2017), “Una Repubblica senza patria” (2013) e “Il Quarto Reich” (2014), scritti con Gennaro Sangiuliano

 

COSA FA

“Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, la trasmissione Rai diretta da Piero Chiambretti, vede la partecipazione di Feltri come ospite d’eccezione, dove risponde alle domande del conduttore con consueta franchezza: l’effetto è spesso esilarante