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La Montagnaterapia che fa rete

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La sezione del CAI di Mondovì ha stipulato una convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASLCN1, che sancisce ufficialmente una collaborazione ormai triennale nell’ambito dell’attività di Montagnaterapia con il Centro Diurno di Mondovì. Progetto fortemente voluto dal presidente del CAI Pietro Manassero che ha raccolto il lavoro già precedentemente impostato dal suo predecessore Giuseppe Aimo, portando a compimento l’iscrizione del CAI di Mondovì al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), condizione indispensabile per poter ufficializzare la convenzione.
L’attività che coinvolge un gruppo di utenti del Centro Diurno si avvale della disponibilità di tre volontari CAI (Andrea Motta, Pietro Manassero, Roberto Ferreri) ed è resa possibile dalla volontà; in primis della responsabile del Servizio Maria Elena Morsucci e dei coordinatori di Dipartimento e di Struttura; di dedicare risorse e personale al Progetto. “L’attività iniziata con l’escursionismo – spiega la dottoressa Morsucci – negli anni si è evoluta e arricchita grazie ai volontari che hanno permesso di vivere nuove esperienze nell’ambiente montano come l’arrampicata, la via ferrata, le ciaspolate. Ma l’apporto più importante è stato quello di avere la possibilità di incontrare realtà esterne all’ambiente psichiatrico, ampliando così la propria rete di rapporti umani, nell’ottica di una sempre maggior inclusione e integrazione nel tessuto sociale”.
Fondamentale è stato l’aiuto ricevuto dal personale del Soccorso Alpino che ha accompagnato il gruppo al Rifugio Torino sul massiccio del Monte Bianco, a 3375 metri sul livello del mare. Inoltre la possibilità di camminare insieme, operatori e utenti condividendo fatica e momenti di benessere aiuta a creare gruppo, superando ruoli e rapporti codificati nel tempo.

Una gita al Rifugio Mondovì

Per festeggiare l’importante obiettivo, il 27 settembre scorso abbiamo raggiunto con una piacevole camminata il Rifugio Mondovì per una cena in compagnia. Un momento di condivisione, a cui hanno partecipato i volontari e alcuni soci del CAI, personale ASL, ragazzi coinvolti nell’attività, amici, parenti e guide alpine. Camminare insieme, condividere fatica e relax, mangiare in rifugio, ci è

sembrato il modo migliore per vivere e far conoscere concretamente l’esperienza della Montagnaterapia in tutte le sue sfaccettature. Durante la serata sono state proiettate alcune fotografie delle gite effettuate nell’ultimo anno di attività e ci sono stati interventi da parte dei volontari del CAI, della Responsabile del CSM e dei ragazzi, i quali hanno deciso di condividere il proprio vissuto leggendo un testo, scritto a più mani, e una poesia scritta da uno dei ragazzi.

“La Montagnaterapia è una giornata di stacco dalla routine quotidiana, da ansie e preoccupazioni. È un’occasione per esplorare nuovi luoghi fuori dalle quattro mura di casa, respirare a pieni polmoni aria pura a contatto con la natura…
… un gruppo che non è solo la somma degli elementi ma un’entità con proprie caratteristiche, in cui si creano particolari dinamiche relazionali, si condividono emozioni ed esperienze positive.
…la tentazione di mollare si insinua nella mente, ma con il supporto del gruppo e la pacca sulla spalla del compagno si superano le difficoltà raggiungendo l’obiettivo soddisfatti.”

BaNNER
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