«Guardiamo con interesse ai modelli imprenditoriali della Granda, per impostare piani di sviluppo strategici ed efficaci nel settore produttivo». Classe 1967, attivo in politica dal 1990, Andrea Tronzano fa parte anche della seconda Giunta regionale. Dopo le elezioni dello scorso giugno, dove era candidato nella lista di Forza Italia, il governatore Alberto Cirio gli ha rinnovato l’incarico da assessore, che gli aveva assegnato per la prima volta nel 2019. In Regione, continua a occuparsi di alcuni dei temi più cruciali per il futuro: bilancio; finanze e programmazione economica e finanziaria; sviluppo delle attività produttive; industria, artigianato, piccole medie imprese e imprese cooperative; internazionalizzazione; attrazione degli investimenti.
Assessore, con che spirito ha accolto la conferma dell’incarico da assessore regionale?
«Lo spirito è quello della continuazione di un percorso iniziato cinque anni fa. Pur avendo dovuto affrontare due grandi crisi – quella del Covid19 prima e del caro energia dovuto alla guerra poi – abbiamo effettuato una politica di attenzione e di ascolto, ma anche di decisione. Non abbiamo aumentato le tasse, abbiamo ridotto il debito della Regione e sviluppato una politica di attenzione e di ascolto del sistema imprenditoriale che ci ha portato a fare delle scelte, diversificando i comparti su cui investire. Da queste riflessioni è nata l’opportunità di puntare sull’aerospazio e sui microchip, in alcuni casi prevenendo e seguendo le politiche europee. Nel settore aerospazio, per esempio, in soli due anni, la crescita ha portato a 15mila posti di lavoro in più, una bella sinergia con il mondo delle imprese e dell’ Università e la creazione della Città dell’Aerospazio. Sull’incremento di una filiera di microchip, gli ultimi investimenti di Silicon Box e Aixtrom si vanno a innestare in un comparto ben radicato sul territorio. Insomma, ci sono prospettive rosee per il futuro di impresa».
Cuneo è tra i territori più sviluppati del Piemonte dal punto di vista imprenditoriale e artigianale. Quali sono i punti di forza del territorio da valorizzare e come intende farlo nei prossimi cinque anni?
«Grazie a imprenditori che lavorano con competenza e lungimiranza, questo modello ha dato vita a un sistema di welfare dal grandissimo valore».
Di recente ha incontrato il Consiglio di Presidenza di Confindustria Cuneo, parlando anche di bandi. Quali nuove opportunità sono previste per gli imprenditori della Granda?
«Alcuni dei settori che offrono maggiori opportunità sono quelli dell’aerospazio e dei semiconduttori. La Regione, su questo fronte, è impegnata per definire un bando che possa supportare le imprese nel conseguimento delle certificazioni di altissimo livello, necessarie queste al fine di collaborare con le grandi industrie del settore. Inoltre, considerata la rilevanza dell’agroalimentare Cuneese, vale la pena studiare il modo per introdurre gli strumenti capaci di favorire il completamento della filiera. Dobbiamo poi concentrarci sulle strategie per consentire alle aziende di accedere ai finanziamenti europei, nazionali e regionali, sui bandi di efficientamento energetico, sui contratti di insediamento, fondamentali per agevolare gli ampliamenti industriali, e sulle attività del Team Attrazione, realtà regionale che si pone come interlocutore di peso nei confronti di potenziali nuovi investitori».
Cosa la preoccupa di più della crisi dell’automotive che sta attraversando il Piemonte?
«Torino e il Piemonte continuano a essere uno dei fulcri di questo settore. Dobbiamo, a prescindere da Stellantis, continuare a guardare avanti. Per questo abbiamo costituito la Vehicle Valley: design, ingegneria e produzione tutti nello stesso luogo, una cosa difficile da trovare altrove e su cui noi, come Piemonte, abbiamo delle vere e proprie eccellenze. Poi proveremo a investire nel settore, a livello nazionale e internazionale, a prescindere dal fatto che Stellantis produca o meno. Da una parte lavoriamo per creare nuovo sviluppo e dall’altra cerchiamo la giusta differenziazione, anche cercando un secondo costruttore. Non guardiamo solo all’impresa, ma anche a chi subisce questa crisi in ambito lavorativo; con il presidente Cirio e l’assessore al lavoro, abbiamo studiato una misura che prevede un’integrazione al reddito di 500 euro per i lavoratori in cassa integrazione, sfruttando le risorse del Fondo Sociale Europeo».
Attrarre nuovi investimenti è indispensabile per lo sviluppo. Quali investimenti sta attirando la Regione sul Cuneese?
«Innanzitutto, stiamo migliorando le condizioni per poter investire nella nostra Regione. I primi due obiettivi sono tornare ad essere la terza regione esportatrice (siamo al quarto posto), mantenere e chissà, magari anche migliorare, la sesta posizione tra le regioni europee per capacità di attrazione investimenti. Per realizzare questo, potenzieremo il Team Attrazione. Diventerà lo snodo che faciliterà l’atterraggio di nuove imprese in Piemonte, offrendo maggiore velocità nella risoluzione di quello di cui l’azienda ha bisogno per investire nella nostra Regione. Inoltre, aumenteremo l’efficacia del settore internazionalizzazione, dove lavoreremo per ampliare la produttività delle missioni di sistema».
C’è un valore aggiunto che può offrire il territorio a un imprenditore pronto a investire per un progetto di crescita?
«Il rapporto Ambrosetti, presentato poche settimane fa, certifica che investire in Piemonte conviene. Questo è possibile anche grazie alla forza del sistema produttivo piemontese e degli stessi imprenditori, come ho potuto apprezzare personalmente visitando oltre 600 aziende negli ultimi cinque anni. Etica del lavoro, intraprendenza, voglia di innovare e, soprattutto, visione: sono queste le caratteristiche uniche del sistema imprenditoriale della nostra Regione».
Ad Alba è periodo di Fiera Internazionale del Tartufo. La vedremo in città nelle prossime settimane?
«Il Piemonte è la terra dei mille sapori e delle grandi opportunità culinarie. Non passare dalla Capitale del Tartufo «sarebbe veramente un peccato».
Articolo a cura di Luca Ronco