Sorridiamo con gusto

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Curare la bocca è una fondamentale misura di salvaguardia del benessere generale, in ogni sua tappa e in ogni condizione psicofisica

Giovedì 25 settembre 2014 – 16.30

Bocca, denti, lingua e palato sono per tutti una parte essenziale dell’esistenza e caratteristica della propria identità: con la bocca parliamo, baciamo, ci relazioniamo con gli altri e, non per ultimo, mangiamo.

Per cibarci correttamente, abbiamo bisogno di un’alimentazione va ria che soddisfi i nostri bisogni energetici e di una bocca sana che ci permetta di svolgere correttamente la funzione primaria della ma sticazione.

Avere una dentatura sana significa avere la possibilità di masticare in modo corretto e, di conseguenza, consentire una corretta alimentazione.

 

Il cibo ci dà l’energia e le sostanze nutritive di cui il nostro corpo ha bisogno per crescere e svilupparsi, muoversi, lavorare, giocare, pensare e apprendere. Se non si ha la fortuna di avere i denti naturali, ma, anzi, emergono problemi di gengive arrossate, di denti mobili e di fastidio durante la masticazione, allora si potrebbe essere di fronte a un serio problema alla bocca che, se trascurato, porta alla perdita dei denti. La perdita dei denti è, prima di tutto, la perdita del proprio sorriso.

 

Quali sono i sintomi comuni?

Gengive arrossate e gonfie, denti sensibili, mobilità dentale, sanguinamento durante le giornaliere manovre di igiene orale, fino alla perdita di uno o più denti. Sono, questi, i segni della parodontite: un’infezione dei tessuti parodontali che determina, se trascurata, la perdita della radice dei dente. Tale processo è reversibile se diagnosticato dall’o dontoiatra in tempo e curato in modo efficace.

 

Quali cause determinano questa malattia?

La causa può avere origine multifattoriale: le malattie sono, cioè, originate sia da una suscettibilità individuale su base genetica, sia dall’instaurarsi di abitudini viziate e da stili di vita non corretti (fumo, scarsa igiene orale…).

 

Quali sono i rimedi?

Dipende dal caso: se si tratta di un inizio della malattia, un trattamento mirato con il LASER può migliorare la situazione. In caso contrario, per una malattia molto avanzata, la moderna implantologia è la migliore soluzione odontoiatrica per aver denti fissi e una masticazione funzionale.

 

Nel progettare lo studio di un caso d’implantologia a carico immediato (tecnica ALL-ON- 4) oggi è possibile costruire protesi fisse in un solo giorno per restituire non soltanto il sorriso, ma anche il piacere di mangiare e di parlare correttamente. Sono rarissimi i casi in cui la scarsa quantità ossea non permette l’inserimento degli impianti e, anche in queste situazioni gravi e complesse, grazie alle tecniche implantologiche d’avanguardia, si riesce a ottenere il risultato stabilito: un professionista attendo, preparato e aggiornato, attraverso lo studio del caso, con l’utilizzo di software dentali evoluti, riesce a effettuare ogni tipo d’intervento, anche in situazioni ritenute a volte “impossibili”. La percentuale di successo delle protesi implantari è sicuramente molto elevata, compresa tra il 92 e il 98%, a distanza di dieci anni dal carico funzionale. Si tratta della soluzione migliore in molte condizioni cliniche.

 

LA SALUTE ORALE È FONDAMENTALE

Attraverso il naso, gli occhi e, soprattutto, il cavo orale, coinvolgiamo l’intreccio sensitivo del cibo che mangiamo. Non c’è gusto senza il naso!

L’olfatto non interviene solo quando un alimento o una bevanda è avvicinata al naso, che ne percepisce profumi e odori. Il calore del cavo orale, i movimenti della lingua, la respirazione e la deglutizione convogliano nel naso le sostanze ingerite. Nel caso della degustazione del vino, ad esempio, questa fase è fondamentale: la persistenza aromatica che impregna la bocca è chiamata “fin di bocca” o dopo-gusto e ci informa sulle caratteristiche del vino.

Ma anche l’occhio vuole la sua parte. Provate a fare un gioco: tappatevi con le dita il naso e bendatevi gli occhi; poi assaggiate un qualsiasi cibo. Difficilmente riuscirete a distinguere una fetta di mela da una di patata, a dimostrazione che naso e lingua sono fortemente intrecciati.

A proposito di buona salute del cavo orale… Vuol dire molto di più che avere denti sani: è una condizione che influenza fortemente lo stato di salute generale della persona e la sua qualità di vita:

– avere denti sani e forti è importante per masticare un’ampia varietà di cibo e per nutrirsi, dunque, in modo adeguato;

– la presenza di tutti i denti favorisce l’emissione dei suoni, consentendo di parlare in modo corretto e comprensibile;

– una dentatura sana e armoniosa contribuisce a migliorare l’immagine di sé e ad accrescere, conseguenza, la propria autostima;

– l’attenzione allo stato di salute della bocca permette di riconoscere gli eventuali sintomi di alcune maattie che si manifestano a livello del cavo orale.

Il mantenimento della salute orale costituisce, quindi, una fondamentale misura di salvaguardia del benessere generale, in ogni sua tappa e in ogni condizione psicofisica.

 

RITROVIAMO IL BUONUMORE CON I CIBI CHE SCACCIANO LA TRISTEZZA

Morale sotto i tacchi? Umore nero? La soluzione è mangiare. Attenzione, però: questo non è un invito a esagerare!!! Il cibo ha un grande potere: se usato nel modo giusto, può aiutare a risollevare il morale abbattuto.

Non è solo una questione di palato, ma studi e ricerche scientifiche hanno dimostrato che alcuni cibi innescano e influenzano positivamente il nostro stato d’animo, scacciando tristezza, stress e cattivo umore.

È bene sapere, comunque, che ci sono particolari alimenti, ne elenchiamo alcuni, che aiutano a regolare i toni dell’umore perché contengono sostanze capaci di agire sui neurotrasmettitori.

 

IL CIOCCOLATO. Se pensate che il cioccolato non è altro che un piacere delizioso, vi sbagliate! Il cioccolato fondente può migliorare la funzione cognitiva, può prevenire l’Alzheimer e la demenza e può anche aumentare positivamente lo stato d’animo in pochi minuti.

 

LE NOCI. Oltre al fatto che elevano l’umore, dieci noci al giorno possono ottimizzare correttamente la composizione della parete cellulare e abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, il che permetterà di migliorare automaticamente la circolazione sanguigna, la depressione e ci daranno un senso generale di felicità e benessere.

 

IL TÈ VERDE. Il tè verde è stato usato per migliaia di anni proprio per i suoi numerosi benefìci. Molto ricco di antiossidanti, aminoacidi e teanina, è noto per ridurre lo stress e l’ansia migliorando l’umore. Se consumato regolarmente, il tè verde può dare una sensazione di benessere generale. Per un vivere più sano, e avere una vita più lunga, molti medici consigliano di bere una tazza di tè verde al giorno

 

E, PARLANDO DI DELIZIE DEL PALATO, TRA LEGGENDA E REALTÀ DA SECOLI IL TARTUFO È RITENUTO AFRODISIACO

Il tartufo è mai mancato nei convivi più importanti della storia, come certifica anche il “menu” del pranzo che concluse il Congresso di Vienna tenutosi nel 1815. Sono note fin dall’antichità le virtù afrodisiache del tartufo, tanto da essere stato consacrato a Venere. I romani conoscevano e mangiavano le poco profumate terfezie, o “tartufi della sabbia”, provenienti dall’Africa. In Europa, per quasi tutto il medioevo, i tartufi non vennero considerati, ma dalla seconda metà del Quattrocento vi fu un’inversione di tendenza.

 

I funghi ipogei, specie i neri raccolti lungo gli Appennini, divennero in Italia un cibo ricercato e molto apprezzato dai potenti. Bartolomeo Sacchi, detto Il Platina, erudito rinascimentale, non solo assegnò al tartufo un alto potere nutritivo, ma lo definì «un eccitante della lussuria (…) servito spesso nei pruriginosi banchetti di uomini ricchi e raffinatissimi che desiderano essere meglio preparati ai piaceri di Venere». Tutti i medici italiani del tempo concordavano sul potere afrodisiaco dei tartufi, e alcuni ciarlatani vendevano con lauti guadagni elisir d’amore a base della sua es senza. I trattati italiani di gastronomia del Seicento parlano del potere rinvigorente del fungo ipogeo come un fatto scontato e la sua virtù non viene dimenticata neppure nelle memorie di Casanova. Buon appetito!

 

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