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«La business school che offre strumenti per i dirigenti del futuro»

Francesco Profumo, presidente di Escp Turin Campus, presenta il nuovo polo internazionale

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Storicamente rinomata città universitaria, Torino ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento a livello europeo e il nuovo campus della Business School Escp ne è piena conferma. Dopo Parigi, Londra, Madrid, Berlino e Varsavia, nel 2004 la Business School più antica del mondo ha scelto Torino come unico polo italiano, la sola sede a non coincidere con una capitale.
Recentemente inaugurato, il nuovo campus torinese vuole simboleggiare innovazione, progresso, multiculturalismo. Un edificio dal design ultra moderno, caratterizzato da spazi di apprendimento contemporanei e fuori dagli schemi: non più aule unidirezionali, ma emicicli che favoriscono il confronto e la condivisione e lounge che stimolano il networking. Ogni area mira a scardinare la tradizionale gerarchia accademica al fine di avvicinare studenti, docenti, potenziali ospiti ed anche cittadini, offrendo spa­zi di aggregazione e scambio secondo i principi promossi da Escp.
Il nuovo campus torinese è situato in pieno centro, a pochi passi dal piazzale Valdo Fusi, ove è stato rivitalizzato un importante edificio di fine ’800, nel quale passato e futuro si coniugano nel de­sign contemporaneo di Tous­saint Robiglio Architetti, Su­bhash Mukerjee Studio, G*AA e Conrotto progetti. Nasce così un luogo di incontro e scambio profondamente innovativo, che si pone l’ambizioso obiettivo di definire un modello di riferimento per la riqualificazione degli edifici storici all’interno della zona centrale di Torino e la loro destinazione a finalità culturali ed educative.
«Siamo onorati di poter ospitare a Torino una delle Bu­siness School più importanti al mondo – commenta Fran­cesco Profumo, presidente di Escp Turin Campus – e questa accreditata istituzione risponde alla crescente richiesta de­gli studenti in questo ambito, collocandosi in una città in cui la formazione universitaria è da sempre uno dei temi prioritari». 8.000 metri quadrati che ad oggi ospitano più di 1.000 degli 11.000 studenti iscritti a Escp, provenienti da oltre 130 nazioni differenti. Una scuola di vita, oltre che di leadership e management, che offre una formazione multiculturale e punta allo sviluppo delle cosiddette “soft skills”, capacità trasversali, quelle che non si apprendono sui libri di testo e sono ora più che mai ricercate dalle grandi aziende di tutto il mondo.
«Escp ha anticipato quelli che oggi vengono denominati gli “spazi europei dell’educazione”, elemento centrale degli investimenti della Commis­sione Europea nell’ambito della formazione dei giovani – continua il presidente Pro­fumo – offrendo agli studenti un’opportunità che va ben oltre il programma Erasmus: un unico progetto didattico, declinato in ciascun campus e attentamente coordinato da un punto di vista accademico. Si tratta di un percorso disegnato in modo tale che gli studenti acquisiscano nei diversi campus competenze complementari, ma con un’offerta definita a livello centrale che possa garantire continuità nel progetto educativo. Nell’of­fer­­ta accademica figurano pro­grammi di Bachelor, Ma­ster, Mba, Executive Mba, PhD ed Executive Education, e quasi tutti prevedono mobilità su più città europee».
Gli studenti hanno quindi la possibilità di sperimentare vari contesti internazionali, con le conseguenti difficoltà di tipo logistico, culturale e relazionale, che diverranno per sempre parte del loro patrimonio esperienziale. L’esperienza internazionale non è l’unica novità che la Business School ha anticipato, più di 200 anni fa: «Un altro elemento cardine dei percorsi Escp è la profonda integrazione tra aspetti teorici e pratici delle materie insegnate. Casi studio, business games, visite aziendali e ospiti di rilievo nei diversi settori di competenza sono solo alcune delle attività proposte per permettere agli studenti di prepararsi al meglio a diventare la classe dirigente di domani. Le lezioni non sono mai unidirezionali, ma si basano sulla partecipazione attiva con lavori di gruppo, presentazioni e dibattiti su tematiche vicine ai lavori del futuro. Ulteriore aspetto in­novativo è la suddivisione dell’anno scolastico in 3 quadrimestri: due in aula e uno in azienda. I tirocini obbligatori forniscono delle basi esperienziali fondamentali per le future scelte lavorative dei ragazzi, avvicinandoli a di­versi contesti aziendali dove poi sovente vengono assunti in seguito alla laurea» conclude il professor Profumo.
Un altro traguardo importante nell’ascesa del capoluogo piemontese e nella sua affermazione come polo di internazionalizzazione. Le statistiche già lo dimostrano: gli studenti Escp che scelgono la città di Torino sono esponenzialmente cresciuti nell’ultimo decennio e il 75% di questi sono internazionali. L’ot­tima qualità della vita e i costi sostenibili di Torino contribuiscono a renderla un’opzione sempre più attrattiva per i giovani provenienti da tutto il mondo, trend che si stima destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi anni e che in prospettiva donerà a capoluogo e Regione una rinnovata im­portanza internazionale in ambito della formazione universitaria.

Una carriera accademica, istituzionale e manageriale

Francesco Profumo vanta una carriera che abbraccia il mondo accademico, istituzionale e manageriale. Lau­reato in Ingegneria Elettrotecnica con il massimo dei voti, è stato professore e poi rettore dello stesso Politecnico di Torino (2005-2011) dove si laureò. Nello stesso periodo, ha presieduto il G8 University Summit, rafforzando la visibilità internazionale dell’istituzione. È stato presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca dal 2011 al 2013, ruoli nei quali ha promosso importanti iniziative di riforma. Attualmente, ricopre numerosi incarichi prestigiosi, tra i quali la presidenza di Isybank Intesa Sanpaolo e della Business School Escp Turin Campus, oltre che del fondo Private Equity Quadrivio. È membro del consiglio di amministrazione della startup aerospaziale Ar­gotech, della holding di partecipazione Liftt e rettore dell’università maltese Opit (Open Institute of Italian Technology). Dal 2020 presiede Uni-Italia, agenzia di attrazione studenti stranieri in Italia fondata dai ministeri. Ha guidato, tra le altre, la Fondazione Bruno Kessler e la Scuola di Alta Formazione Manageriale (Safm), oltre che la Fondazione Compagnia di San Paolo (2016-2024). Ha inoltre presieduto Iren e Inwit, e ha fatto parte dei Cda di importanti realtà industriali come UniCredit, Pirelli, Telecom, Fon­dazione Agnelli e Il Sole 24 Ore. Con una rete estesa a livello internazionale e un’esperienza consolidata nel ma­nagement di organizzazioni complesse, Profumo ha dato un contributo significativo allo sviluppo delle politiche educative e di ricerca, diventando una figura chiave nel panorama scientifico e manageriale italiano e europeo.

Articolo a cura di Matilde Benedetta Botto

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