«Scuole e campi, a Savigliano nasce un polo per tutti»

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Foto Fabrizio Ferrero

Demolita la scuola media Schiapa­relli, “eliminata” via degli Studi. Al loro posto, due nuove scuole (medie ed elementari) moderne, tecnologiche ed ef­ficienti, un palasport e un’area verde per tutti. «È un investimento sul futuro e sui giovani di oggi e di do­mani». Il sindaco di Savi­gliano Antonello Portera presenta così il progetto da oltre 20 milioni di euro per il nuovo polo scolastico e sportivo della città. Lo sta realizzando lo studio di architettura “Settanta7” per conto del Municipio. Nelle prossime settimane, sarà portata a termine la versione definitiva. Nelle scorse, invece, l’amministrazione ha anticipato le prime bozze ai politici locali e a chi più di tutti utilizzerà la nuova struttura: associazioni e comunità scolastiche… «Ci hanno segnalato al­cune esigenze e proposte di cui tenere conto. Le abbiamo comunicate agli architetti, che le considereranno per portare il progetto alla sua versione definitiva».

Sindaco Portera, perché questo nuovo progetto?
«Perché l’attuale scuola me­dia Schiaparelli è stata co­struita a inizio anni Settanta. Oggi è un edificio datato. È il contrario dell’efficientamento: gli spazi sono realizzati secondo vecchie logiche, il caldo del riscaldamento si disperde verso l’esterno. Ci sono diversi locali inaccessibili a chi ha difficoltà economiche. Non rischia di crollare da un giorno all’altro, sia chiaro. Ma qui vogliamo pensare al futuro a medio termine. In questa prospettiva, demolire e ricostruire è più conveniente che cercare di ristrutturare. Tutta l’area intorno alla scuola, poi, merita una riqualificazione. Così stiamo pensando a un progetto molto più ampio rispetto al solo ammodernamento della Schiaparel­li. Oggi, poi, la scuola elementare è nello stesso edificio che ospita il Comune. Averla attigua alla media è utile anche dal punto di vista della continuità didattica e permette di gestire meglio la viabilità».

Il nuovo progetto riguarda un tratto molto esteso, compreso tra le attuali via degli Studi, via Claret, via Caduti sul Lavoro e via Chicchigneto. Come cambierà, se verrà realizzato ciò che avete in mente?
«La nuova scuola media affaccerà su via Claret, l’elementare su via Caduti sul Lavoro. Via degli Studi, di fatto, non ci sarà più: sarà parte del complesso scolastico, così da dare più spazio agli studenti. Oggi separa la scuola da un’area verde. In futuro, lo spazio verde sarà un tutt’uno con la scuola, a disposizione sia degli allievi sia dei cittadini. Il palasport, poi, è previsto dove attualmente c’è il campetto da calcio e non avrà un solo campo sportivo».

Saranno due?

«Esatto, l’idea è questa. Ci sarà una parete mobile a dividerli. In questo modo, gli allievi della media e dell’elementare potranno fare attività contemporaneamente sen­za disturbarsi. Per le associazioni, poi, sarà più facile gestire l’organizzazione degli spa­zi. Prevediamo che si svolgeranno lì anche delle gare sportive. Ci saranno circa 500 posti a sedere. Si potrà giocare a basket e pallavolo».

Il Comune ha già a disposizione più di 20 milioni di euro per realizzare il progetto?

«No, al momento no. Sono risorse da reperire. Appena terminerà la fase di progettazione, partirà la ricerca dei fondi».

In che modo immaginate di reperirli?
«Parteciperemo a bandi pubblici e cercheremo risorse anche da fondazioni private. Il punto di forza del progetto è anche la sua modularità: si può realizzare in tre lotti. Il primo è la costruzione del palasport. Poi sarà edificata la scuola media e, a quel punto, gli studenti della Schiaparelli si trasferiranno lì e si libererà lo spazio per costruire, nella terza fase, l’elementare».

Quante risorse servono per partire con il primo lotto?
«Circa 7 milioni. Inizieremo a cercare questi, anche se non possiamo ancora fare ipotesi sulle tempistiche. Dipenderà dalle opportunità che si apriranno. Potrebbe realizzarsi tutto nel giro di pochi anni o volerci più tempo».

Non c’è il rischio che, se alcuni interventi saranno rinviati per diversi anni, vengano poi accantonati?
«Mi piace pensare a questo come un progetto collettivo. Dovrà essere impegno e re­sponsabilità di tutti, anche chi governerà la città dopo di me e di noi, portarlo a termine. Per questo, in queste settimane, ho avviato molti tavoli di confronto in città. Vo­gliamo che il nuovo polo risponda al meglio alle esigenze di tutta la comunità».

Da anni, le nascite sono sempre in calo. Investire in nuove strutture per i più piccoli è una scommessa anche per attirare più famiglie in città?
«È un impegno a rendere Savigliano più vivibile e a misura di famiglie: quelle che ci sono oggi e quelle che, eventualmente, verranno da vivere qui in futuro. Il nuovo polo, in ogni caso, non sarà solo dedicato a loro. L’area verde sarà per tutti: gli anziani, gli sportivi, la comunità scolastica, chi passa nella nostra città solo per un giorno».

Articolo a cura di Luca Ronco