Rendiconto nivometrico 2023-24 in Piemonte e Valle d’Aosta: allerta, rischio e “neve rossa”

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Ad aprire i lavori il Direttore Generale di Arpa Piemonte Secondo Barbero che dopo una breve introduzione ha dato la parola all’Assessore Regionale allo sviluppo e promozione della montagna Marco Gallo, al Comandante regionale dei Carabinieri Forestali Valerio Cappello, il presidente del Parco Nazionale Gran Paradiso Mauro Durbano e al presidente della Società Meteorologica Italiana Luca Mercalli.

Secondo Barbero, Direttore Generale di Arpa Piemonte: “L’appuntamento annuale dedicato a ripercorrere i caratteri salienti della scorsa stagione nivometrica, quest’anno ha voluto focalizzarsi sulla pianificazione del rischio valanghivo. Alla luce delle abbondanti nevicate della primavera 2024 nelle quali abbiamo registrato valanghe spontanee di grandi dimensioni che hanno interessato borgate e viabilità alpina, abbiamo ritenuto utile affrontare il tema delle allerte del pericolo valanghe e della gestione del rischio coinvolgendo i vari operatori della montagna”.

Maro Gallo, Assessore Regionale allo sviluppo e promozione della montagna: “Il convegno dell’Arpa ha confermato l’allarme sui cambiamenti climatici anche se siamo alla vigilia di una nevicata che potrebbe essere augurale per la nuova stagione sciistica. Ma non dobbiamo farci trarre in inganno. Occorre mettere in campo una strategia che fronteggi su larga scala i rialzi di temperatura anche d’inverno per preservare sia l’ambiente che un’industria chiave come quella della neve per l’economia della montagna. Il contributo dell’Arpa e in generale della scienza può essere determinante per affrontare una sfida che chiama in causa l’intero sistema”.

Valerio Cappello Comandante regionale dei Carabinieri Forestali: “Con Arpa abbiamo stipulato una convenzione che ha solo formalizzato una amplissima collaborazione che dura da tempo e funziona in modo efficiente. Mettere a fattore comune tutte le professionalità che operano in montagna è importante per dare un servizio di sicurezza al cittadino. E la sicurezza in montagna è sempre più importante perché il tasso di incidentalità tende a crescere sia perché molte più persone frequentano le alte quote, a volte senza una preparazione adeguata, sia per i cambiamenti climatici che portano a fenomeni sempre più imprevedibili”.

Mauro Durbano presidente Parco Nazionale Gran Paradiso: “Questo momento di restituzione dei dati raccolti nel corso della stagione costituisce un elemento importante di conoscenza per la gestione di un’area protetta come il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Proprio il collezionare dati di lungo periodo è fondamentale per valutare gli effetti del cambiamento climatico in atto e prevedere gli scenari futuri. Per questo importante lavoro imprescindibile è la collaborazione di tutti gli enti operanti sul territorio delle due Regioni che costituiscono il Parco: per questo tengo a ringraziare i Guardaparco, le Arpa di Piemonte e Valle d’Aosta, i Carabinieri Forestali, il Corpo Forestale valdostano, la fondazione Montagna sicura, Iren, e tutti i componenti delle Commissioni Locali Valanghe”.

Luca Mercalli presidente della Società Meteorologica Italiana: “I cambiamenti climatici influenzano anche la neve: o è troppa o è troppo poca, subisce rapida fusione per estati troppo calde, da effetti complessi su sport invernali, agricoltura, energia idroelettrica. Ma il sistema di osservazione delle regioni delle Alpi occidentali non si lascia sfuggire alcun dato: le stazioni di misura e gli operatori sul territorio accumulano conoscenza per affrontare le sfide del futuro”

La stagione invernale 2023-24
In Piemonte, la stagione 2023-24 è stata caratterizzata da un surplus di neve fresca compreso tra il 20 e 40% rispetto alla media trentennale (1991−2020): un dato che si distingue da quanto accaduto negli ultimi 5 anni, con apporti nevosi decisamente carenti. Se da un lato su scala regionale aumentano gli apporti di neve fresca, dall’altro il numero di giorni nevosi varia spostandosi da nord a sud con una riduzione significativa. Nei settori settentrionali e occidentali l’anomalia positiva del numero di giorni nevosi oscilla tra il +20% e il +40%. A partire dalle stazioni occidentali-sudoccidentali, invece, i valori iniziano a diminuire significativamente fino a diventare anche leggermente inferiori o prossimi alla media storica. Le stazioni dei settori più meridionali, pur avendo registrato un minor numero di giorni nevosi rispetto alla media, presentano comunque corrispettivi valori di neve fresca superiori: pochi giorni nevosi hanno apportato molta neve fresca. Differentemente, nei settori settentrionali e occidentali, molti dei giorni nevosi hanno determinato apporti nevosi giornalieri più contenuti.
Considerando le cumulate di neve fresca, la stagione invernale 2023-24 risulta complessivamente nella media nonostante le notevoli differenze tra inverno e primavera. La singolare distribuzione delle nevicate ha determinato, ad inizio stagione, l’assenza di neve al suolo in numerose stazioni sotto i 2000m. Le abbondanti nevicate si sono concentrate soprattutto a partire dal mese di marzo fino a maggio favorendo un ottimo innevamento su tutti i settori. Tuttavia, le nevicate di fine stagione, avvenute con temperature più elevate, non hanno contribuito al perdurare della copertura nevosa al suolo alle quote medio-basse, diversamente da quanto accaduto alle quote medio-alte.
Tra le stazioni più in quota, dove la neve è scomparsa più tardi, si segnalano le stazioni di: Bardonecchia – Colle del Sommeiller (2981 m) dove la completa fusione è stata registrata il 13 luglio 2024, circa 15 giorni più avanti rispetto lo scorso anno; Macugnaga – Passo Moro (2820 m) con fusione completa registrata il 22 luglio 2024, circa un mese dopo rispetto alla scorsa stagione; Pontechianale – Colletto Fiume (zona Monviso, a quota 3325 m) con una la completa fusione avvenuta il 22 luglio 2024, circa una settimana dopo la scorsa stagione.
Nonostante le temperature estive piuttosto elevate, si sono conservati diversi nevai che derivano dagli accumuli di ripetute valanghe di dimensioni grandi e molto grandi o talora estreme.
Dall’analisi stagionale sull’utilizzo dei gradi di pericolo emerge che, su tutto il territorio piemontese, nella stagione invernale 2023/24, il grado maggiormente ricorrente è stato il 2-Moderato alle quote elevate e l’1-Debole alle quote inferiori. Tuttavia, gli impulsi fortemente perturbati concentrati a fine febbraio /metà marzo, nella settimana di Pasqua, e tra fine aprile e inizio maggio hanno determinato l’emissione del grado di pericolo 4-Forte in numerosi settori e addirittura il grado di pericolo massimo (5-Molto Forte) a Pasquetta sui settori di confine settentrionali. Proprio in questi tre periodi è stata osservata l’attività valanghiva più significativa. Numerose sono state le valanghe di dimensioni molto grandi e alcune di dimensioni estreme, prevalentemente osservate in Valle Stura, Valli di Lanzo, Valli Orco e Soana, Valsesia, Val Sermenza e Val Formazza. In alcuni casi le valanghe hanno raggiunto la viabilità senza tuttavia arrecare danni di particolare rilievo.
Nella stagione invernale 2023/24 sono stati registrati 6 incidenti in valanga con 13 persone travolte con un ferito e due persone decedute. Quasi la totalità di incidenti, 5 casi su 6, è avvenuta con grado di pericolo 4-Forte; si tratta di un dato rilevante, che assume ancora più peso se si considera che in tutti i distacchi sono stati provocati su pendii molto ripidi, con inclinazione superiore a 35°. La tipologia di valanga predominante è stata quella a lastroni di superficie con zone di distacco esposte tra nord ed est, questo in buona parte a causa della ricorrente ventilazione dai quadranti occidentali e nordoccidentali. Le categorie delle persone coinvolte sono state piuttosto variegate: in 2 casi sono stati coinvolti ciaspolatori; in due casi scialpinisti in discesa; in un caso sci fuori pista; un caso persone su una via di comunicazione.

cs