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Il nuovo “Roero. Terra Ritrovata” è pronto per il vernissage

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2.300 pagine di storia (e storie) del Roero: è questa la cifra culturale di “Roero. Terra Ritrovata”, la rivista annuale curata dall’associazione “Spirito Roero”, diretta da Gian Mario Ricciardi e coordinata da Andrea Cane: e che giunge ora alla sua edizione numero 19, pronta ad essere presentata sabato 23 novembre, alle 17, presso il nuovo salone parrocchiale di Montà.
Il nuovo numero della rivista si apre con una sezione dedicata al Roero in età barbarica, quando Longobardi, Franchi e Alamanni occuparono e percorsero il nostro territorio, lasciando tracce importanti nella storia e nella cultura roerina: lo testimoniano le due spade longobarde di Baldissero d’Alba, che si possono vedere in foto pubblicate per la prima volta, o i ritrovamenti archeologici presso il S. Sepolcro di Montà.
La sezione generale, molto corposa, va a scandagliare in questo numero storie che partono dal Rinascimento per venire quasi ai giorni nostri. E’ un ideale “giro del Roero”: ecco gli inventari, interessantissimi, degli oggetti usati quotidianamente dai castellani a Magliano, Baldissero e Sommariva Perno e l’elenco dettagliato dei “fardelli” portati in dote da tante donne del Roero ai loro mariti; la storia importante dell’ulivo, pianta che da secoli e per secoli ha rappresentato per la gente delle nostre colline risorsa preziosa di cibo e di denaro. Si trova poi l’anima “ribelle” dei roerini nella storia rocambolesca di Giuseppe Torreri “Torrès” da Corneliano, rivoluzionario dell’età risorgimentale, e la storia drammatica di Candido Scavino, cameriere sul Titanic nel viaggio tragico del transatlantico “inaffondabile”. Non mancano i riferimenti alla Grande Storia, vista attraverso il diario di un colonnello di Canale, catturato ad El Alamein e deportato nella lontana India, o alla letteratura, attraverso le vicende tragicamente complesse di Emilio Salgari e della sua famiglia, il cui ultimo discendente si è spento pochi anni fa a Montà.
L’ultima sezione, dedicata alle “rubriche”, contiene la recensione ad un volume che raccoglie oltre 1100 detti ed espressioni tradotti in “sommarivese”: e la memoria della “prima volta” del Roero in mostra in quel di Torino nel 1989 e la riscoperta del castello medievale Bra, oggi scomparso. Non mancano poi storie di vita interessanti come quelle del grande latinista Oreste Badellino di S. Vittoria e del dott. Enrico Gastaldi, ossia “‘l medich ëd Peiřuca”, veri, anche se schivi, protagonisti della storia roerina. A chiudere poi il numero, la vicenda curiosa e leggera del Principe Umberto di Savoia, che si… impantana con l’auto nelle vigne di S. Stefano Roero.
Tante bellissime fotografie, molte delle quali assolutamente inedite, arricchiscono poi tutti gli articoli e rappresentano sicuramente un valore aggiunto ad un lavoro serio, proiettato verso la ricerca vera delle radici profonde del nostro territorio. «Insomma -dicono Ricciardi e Cane- ancora una volta un numero da non perdere e una bella idea-regalo in più per Natale. Tutto è reso possibile grazie al sostegno degli sponsor, al contributo di Banca d’Alba, dei Cavalieri del Roero e di quasi tutti i Comuni del Roero che continuano a credere in questo lavoro veramente “di territorio”».

BaNNER
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