Un segno astratto ad Alba ridisegna il perimetro

Accanto all’opera di Samuel Di Blasi e Ugo Costantino, troverà spazio un prezioso Historical Corner

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Nell’ambito del Fe­sti­val Ën-Pì (uno in più), in corso Europa 2, ad Alba, sabato 23 novembre il tempo e il traffico si sono fermati per la rivelazione di Porta di Luce, opera monumentale dell’artista Samuel Di Blasi e dell’architetto Ugo Costantino, che trasforma l’area dell’ex Caserma Govone in un simbolo di rigenerazione urbana e sociale.
Ad accordare tale privilegio all’associazione Kora, promotrice del Festival Ën-Pì, la Città di Alba ha voluto inserire l’evento nelle celebrazioni per l’80esimo anniversario dei 23 giorni della Città di Alba.
L’installazione artistica, realizzata con il supporto del Comune di Alba, della Fon­dazione Crc, della Provincia di Cuneo e dell’Associazione Culturale Kora, non è solo un’opera di scultura, ma, come ha sottolineato il critico d’arte Michele Bramante, nel corso della conferenza stampa di presentazione, «rappresenta un gesto politico di cura verso la città e la sua comunità», reso ancora più intensamente autentico dall’intuizione di realizzarvi accanto un Historical Corner, che rappresenta un ponte tra passato e presente, un omaggio alla storia della Caserma Govone, alle comunità di militari che l’hanno abitata un tempo e di studenti che la popolano oggi». L’opera, una fusione in alluminio di 51 metri lineari con struttura portante in ferro zincato, si erge come un varco tra passato e futuro. La luce, elemento centrale del progetto, invita a un dialogo tra spazi interni ed esterni, ridefinendo i confini fisici e simbolici dell’area. Questa trasformazione non riguarda solo l’aspetto estetico, ma promuove valori fondamentali come il senso di appartenenza e il rispetto per il patrimonio comune. In un’epoca in cui i confini spesso separano, Porta di Luce si erge come un atto politico che risponde al bisogno di comunità, inclusione e apertura. Attraverso l’arte, Alba si riappropria di uno spazio che educa, ispira e unisce.
L’opera, fortemente voluta dalla cittadinanza albese, che desiderava la trasformazione di quel muro di cinta sormontato da filo spinato, è il frutto della collaborazione delle ul­time due Amministrazioni cittadine, che hanno prima raccolto istanze e fondi e, infine, portato a conclusione il progetto. Porta di Luce è un progetto artistico avviato con l’Amm­inistrazione di Carlo Bo e l’assessorato di Massimo Reggio, che ha creduto nel principio di porre l’architettura al servizio dell’arte e viceversa e nel valore della sensazione nel rapporto tra spazio e persona, e concluso con l’Amministrazione di Alberto Gatto, che ha investito ulteriormente anche nell’area del giardino retrostante, «per consegnare nelle mani degli studenti un’area che educhi al bello e al rispetto degli edifici scolastici che loro frequentano ogni giorno».
Il progetto artistico, finanziato nell’ambito del Bando Distru­zione della Fondazione Crc, mirato alla rigenerazione di spazi urbani in stato di degrado, nasce da un concorso di idee, promosso dalla Città di Alba e vinto da Samuel Di Blasi e Ugo Costantino, che rivela il concept del progetto: «Nella sfida di ripensare la demarcazione tra due spazi urbani e temporali, abbiamo voluto far incontrare Arte e Archi­tet­tura. Abbiamo riflettuto a lungo, insieme, sul recupero delle due aree che avrebbero confinato con la nuova opera: da un lato Corso Europa e dall’altro una porzione dell’interno cortile delle due scuole, attuando nuove soluzioni pratiche e di abbellimento».
«Il bando Distruzione – commenta Francesco Cappello, vicepresidente della Fonda­zione Crc – ha offerto importanti opportunità di riqualificazione urbana e sociale a molti luoghi della provincia di Cuneo e siamo lieti abbia permesso l’espressione di grandi artisti cuneesi. Di Blasi e Costantino sono un esempio emblematico di talento che supera la professionalità: essi hanno trasposto nel progetto non solo le loro competenze, ma anche l’autentica partecipazione emotiva di chi, quei luoghi, li ha conosciuti nella propria esperienza di vita, li ha osservati, ne ha “sentito” le mancanze e le potenzialità».
«Porta di Luce non divide ma connette» conferma l’artista Samuel Di Blasi. «La rimozione di oltre 50 metri di un muro in cemento armato di origine militare, che separava l’area della caserma Govone dalla città, ha permesso di restituire uno spazio aperto alla comunità, e di fare incontrare idealmente al suo centro passato, presente e futuro. Per assolvere alla sua funzione primaria di connessione, il fulcro dell’opera è un’apertura che collega l’interno della scuola con l’esterno e unisce così la città e il polo scolastico».
Le ricerche che gli autori hanno condotto hanno permesso di scoprire la storia e l’evoluzione della caserma Govone e di ritrovare testimonianze importanti nell’archivio fotografico di Antonio Buccolo. Undici immagini fotografiche costituiranno il nucleo dell’Historical Corner, una mostra permanente a cielo aperto, a cui sono stati chiamati a collaborare gli studenti delle scuole locali. Barbara Borra, direttore artistico del Festival Ën-Pì e ideatrice dell’Historical Corner, precisa: «Abbiamo offerto una borsa di studio per un lavoro di ricerca sulla ex Caserma Govone e l’area circostante, proprio a partire dalle fotografie di Buccolo. Hanno aderito circa 70 studenti delle classi terze e seconde della Scuola Se­condaria Macrino, dell’Isti­tuto Comprensivo Piave San Cas­siano, sotto la guida delle professoresse Manuela Maina e Gigliola Collini. Inoltre basterà inquadrare un QRcode, di fronte all’Historical Corner, per conoscere la storia della ex Caserma e della Porta di Luce. Gli studenti del Liceo Artistico “Pinot Gallizio” e del Liceo Scientifico “Leonardo Cocito” saranno così una volta di più protagonisti nel vivere e “accendere” idealmente questo luogo di memoria e innovazione: loro hanno infatti svelato e attraversato per primi la Porta di Luce, così come il giorno dopo lo hanno fatto i ragazzi della Scuola Secondaria Macrino dell’Ic Piave San Cassiano che hanno aggiunto un “passo in più” nella storia: guidato il pubblico al percorso museale, incipit del lavoro di ricerca».