Secondina Sobrero, presidente dell’associazione Lida sezione Alba-Bra Odv, ci permette di scattare una fotografia su una realtà laboriosa e ricca di amore: il canile sanitario e intercomunale in frazione Pollenzo di Bra (in via Langhe, 23) conosciuto come “Il Rifugio di Fido”. Con un evento a stretto giro di posta già cerchiato in rosso sul calendario.
Domenica 1° dicembre ospitate l’iniziativa “Giochi senza frontiere”. Di cosa si tratta?
«L’intento è di ricreare un momento nuovo rispetto alle solite attività che possono essere fatte all’interno di un canile con la volontà di renderlo un appuntamento annuale. Possono parteciparvi i cani adottati nel nostro canile e cani di proprietà. Vogliamo creare una relazione con il gioco, tra l’animale e il proprietario. Un totale di 6 giochi, di cui 3 saranno affrontati dal proprietario con il cane al guinzaglio e 3 con il cane libero nella nostra area verde. Adottare un cane non significa metterlo in un giardino, ma vuol dire creare un rapporto diretto. Il cane è parte integrante della famiglia. Purtroppo nelle nostre zone è ancora diffusa l’idea che il cane sia dedito esclusivamente a fare la guardia, vivendo all’esterno. Fortunatamente, in Piemonte, è vietato legare un cane a una catena in un ambiente esterno. Ritornando al 1° dicembre, inizieremo con le porte aperte del canile alle 11 e i giochi partiranno alle ore 14. Il tutto grazie alla collaborazione con l’associazione Code in Movimento e con il patrocinio del Comune braidese».
Da tre anni l’associazione Lida, sezione Alba-Bra Odv, ha un ruolo centrale nel vostro canile.
«Esattamente. Prima operava una cooperativa e l’associazione era già dentro “Il Rifugio di Fido”, ma solamente come volontariato. Adesso ci occupiamo dell’attività mattutina, seguiamo il cane in tutto il percorso dall’ingresso all’adozione. Un’attività decisamente più ampia, non semplice alcune volte, ma che posso dire, ci piace enormemente. Ci stiamo impegnando molto per migliorare. Sono arrivata nella struttura nel 2016 facendo la volontaria, poi come associazione abbiamo deciso di prendere l’appalto con il Comune di Bra, cambiando rotta. Nel nostro canile operano una veterinaria comportamentalista e ci seguono dei validissimi veterinari dal punto di vista clinico. Io qui mi sento una volontaria, che organizza e che vuole il meglio per i cani. L’essere presidente è solo un aspetto burocratico».
Conosciamo meglio “Il Rifugio di Fido” di frazione Pollenzo.
«Siamo convenzionati con il Comune di Bra, seguiamo 21 comuni e andiamo a recuperare cani randagi e non. Contiamo una settantina di animali all’interno della nostra struttura, di tutte le dimensioni e taglie. Noi ci consideriamo una realtà abbastanza di campagna, perché gli ingressi di cani di grossa taglia sono stati registrati solo da poco tempo. Nelle grandi città la situazione è diversa. Qui contiamo 2 maremmani e 4 pitbull. Certa gente lascia i cani nei rifugi perché non riesce più a gestirli. Qualcuno, non ha la consapevolezza del cane che sta adottando o che ha già adottato. Quando si decide l’adozione, bisogna avere le idee chiare ed essere pronti, avere del tempo da dedicare. E vanno valutate le caratteristiche del cane. Noi all’atto dell’adozione, seguiamo i nostri adottanti passo passo, consigliando loro l’animale che più si addice in base alle esigenze e alle necessità. In seguito, le persone vengono seguite anche a casa. Facciamo dei corsi nel nostro rifugio, nell’area verde, per imparare a gestire determinate situazioni. Corsi privati o di gruppo con la nostra veterinaria comportamentalista. Occorre sapere cosa significa relazionarsi con un cane, soprattutto perché ciascuno di noi ha un proprio stile di vita. Occorre ricordarsi sempre che un cane non può e non deve rimanere isolato dalla famiglia».
Come si spiega l’amore per un cane?
«I cani che noi recuperiamo sono animali vaganti, perché nel nostro territorio gli abbandoni sono relativi ai cuccioli. Quelli vaganti sono già stati in una casa, in un cortile, in un giardino, qualcuno anche a contatto con una famiglia. L’amore per il cane è un fatto personale. Se si sente la necessità di avere un cane, c’è qualcosa che muove da dentro noi stessi. Il cane è riconoscente e fedele, socializza, ha bisogno del contatto con le persone. Poi dipende sempre dalla taglia, dalla razza e dall’incrocio. Il cane non deve essere scelto solo per la sua bellezza, ma per il suo modo di essere, la sua personalità».