Prosegue a dicembre e gennaio la rassegna di eventi proposti dalle e nelle 32 strutture museali ed espositive della rete Maraman delle Valli Maira, Grana e Stura.
Giovedì 5 dicembre alle ore 18 il Museo Occitano Sòn de Lenga invita nei locali dell’Espaci Occitan in Via Val Maira 19 a Dronero alla presentazione del volume di Enrico Bertone Viaggio in Valle Maira. Ambiente, storia, cultura e tradizioni di una valle alpina, edito da Fusta. Bertone, appassionato ricercatore e fotografo, da anni impegnato nello studio della cultura popolare del Piemonte, con particolare riferimento alle vicende storiche e alle manifestazioni folcloriche, propone una versione aggiornata dell’omonimo volume edito nel 2014. La valle Maira con la sua storia millenaria, la lingua occitana, un ambiente naturale incontaminato, villaggi di legno e pietra. Una cultura preziosa e irripetibile, testimoniata da un’arte essenziale, soprattutto a sfondo religioso, dagli antichi mestieri che i valligiani hanno saputo inventarsi, e dalle feste tradizionali caratterizzate da peculiari costumi.
Domenica 15 dicembre alle ore 15 la Biblioteca di Padre Sergio propone nei propri locali in Borgata Superiore a Marmora la presentazione de I giusti cambiano il mondo, ed. Velar, decimo libro di Alberto Burzio, in arte Barba Bertu. Corrispondente per numerosi giornali della provincia di Cuneo, in questo volume Burzio racconta di 31 personaggi delle valli, e non solo. “Le anime silenti si alzano al mattino presto, per mettere insieme ciò che serve. È, a modo mio, la sintesi dello spirito che accomuna i protagonisti di tutte le interviste di questo volume. Le persone raccontate da ‘Barba Bertu’ in questo libro sono delle piccole riserve di energia positiva”, così scrive nella prefazione Massimo Manavella. Dal campione di ciclismo Italo Zilioli allo scultore Aldo Pellegrino, dal giovane chef Simone Giraudo al partigiano Nino Garzino, sono tratteggiate vicende umane straordinarie.
Per il primo appuntamento dell’anno ci si sposta in Valle Stura: giovedì 2 gennaio alle ore 21 all’Ecomuseo della Pastorizia di Pontebernardo, in Via Francia 7, per la proiezione de Lou pan es lou soubeiran, nuovo documentario di Giacomo Allinei, appassionato videomaker di Prazzo. L’attenzione del regista va al sovrano della tavola di sempre, il pane. Un cibo ben diverso da quello consumato oggi, raffinato, talora industriale, prodotto e comprato fuori casa: un tempo era alimento con una propria sacralità, al centro di una serie di riti domestici e comunitari, dalla semina alla lievitazione, dalla cottura alla conservazione. Allinei ricorda e indaga questa tematica con l’aiuto di esperti come l’agronomo e storico Lele Viola, e le testimonianze di valligiani che hanno vissuto questa ritualità, come Franco Baudino, Lorenza Lando, Biagio Ellena, la riproposizione della cottura del pane nel forno comunitario di San Martino di Stroppo a opera di Armando Cucchietti, Laurent Constantin e Tiana Adrianavoravelo, o la scelta di Sergio Savio di riprendere la coltivazione della segale e la produzione del pane in proprio. Il film, in occitano e italiano, si avvale della voce narrante e delle musiche originali di Giuseppe Quattromini. Alla proiezione (40’ circa) seguirà breve dibattito con il regista.
La rassegna prosegue venerdì 3 gennaio alle ore 21 al Centro di Documentazione Valle Stura di Sambuco, in Via Umberto I 50/A, con la proiezione del film Il paese che (non) aveva il juke box di Erica Liffredo, co-prodotto da La Cevitou e Contardo Ferrini. Si tratta di un affresco di vent’anni di storia di un paese di montagna, all’epoca d’oro della villeggiatura turistica in Val Grana, attraverso i ricordi di alcuni protagonisti e col supporto dell’archivio video di Nino Toselli. Alla fine degli anni ’60 i giornali così scrivevano di San Pietro di Monterosso: “Un perenne cantilenar d’acque nelle gore dei torrenti, un frondeggiar denso di boschi, un orizzonte di monti qua e là: questa la piccola Val Verde, il cui centro è San Pietro. Efficiente è l’attrezzatura alberghiera, la cucina è semplice, ma accurata e le ottime trote del torrente la rendono preziosa ed invitante. All’imbocco della Valle, a Caraglio, c’è l’ultimo juke-box”. Nel pieno del boom turistico, gli alberghi sono pieni da giugno a settembre; ma non è semplice la vita lassù, oltre quei tre mesi d’estate. Mentre in paese arrivano turisti dalla Francia e dalle città, in silenzio le borgate si svuotano, le cave chiudono, la fabbrica chiama. Alla proiezione (45’) seguirà dibattito con la regista.
L’ingresso a tutti gli eventi è libero e gratuito. Per informazioni Espaci Occitan, www.espaci-occitan.org, [email protected], tel. 0171.904075, Fb @museooccitano, Ig @museo.occitano. La rassegna proseguirà a febbraio e marzo con nuovi appuntamenti.
Il progetto è promosso da tutti i beni culturali della rete Maraman, coordinato da Espaci Occitan e sostenuto dalla Regione Piemonte.