Il Corpo Forestale si è espresso favorevolmente alla proposta avanzata dai sindaci di alcuni comuni promossa dal sindaco di Caramagna Piemonteche siano i comuni a gestire il Bosco del Merlino.
Venerdì 3 ottobre 2014 – 18.25
Come si ricorderà, il sindaco Mario Riu aveva scritto nei giorni scorsi al presidente Sergio Chiamparino ed all’assessore Alberto Valmaggia della Regione Piemonte, per chiedere di gestire direttamente, assieme ai comuni di Carmagnola e Racconigi, quello che è uno degli ultimi e tra i più preziosi boschi di pianura.
E’ ora intervenuto il Comandante Provinciale del Corpo Forestale, l’Ing. Paolo Salsotto, che in una lettera a tutti gli interessati “esprime, per quanto di competenza, piena adesione e parere favorevole al progetto di gestione ipotizzato. Si dà atto ai comuni dell’area ed in modo particolare a quello di Caramagna Piemonte di aver dimostrato negli ultimi anni sensibilità ed attenzione verso il Bosco del Merlino, che rappresenta un patrimonio naturale sempre più unico e prezioso“.
Una presa di posizione importante, anche perché il ruolo della Forestale, tramite il Comando Stazione di Saluzzo, è stato determinante in questi anni per la tutela del sito.
Dice il sindaco Riu: “La lettera dell’ing. Salsotto è molto importante e devo aggiungere che ci onora e mi ha anche commosso. A partire dal 2010 abbiamo avviato una consulenza di tecnici forestali e per quanto possibile ci siamo occupati direttamente del bosco, a maggioranza di proprietà dei privati e il Corpo Forestale ha dato un contributo imprescindibile. Ho anche avuto informalmente l’occasione di parlare della questione con l’assessore Valmaggia e si è detto favorevole a valutare l’opportunità che siano i comuni ad occuparsi del bosco, così come i miei colleghi Silvia Testa di Carmagnola e Gianpiero Brunetti di Racconigi. Potrebbe essere una grande opportunità“.
Il Bosco del Merlino, che si vede dalla strada “Reale” sulla sinistra da Caramagna verso Carmagnola, è un Sito di interesse comunitario (SIC) che fa parte della Rete Natura 2000, ed è anche iscritto tra i boschi da seme: tutelato quindi per il suo habitat, la sua flora e la sua fauna, a partire dalla “rana di Lataste” di cui al mondo esistono solo rarissimi esemplari.
Per il sito non è stato sinora costituito un Ente Gestore e quindi non c’è un Piano di Gestione: la competenza perciò è in questo momento della Regione, Settore Pianificazione e Gestione delle Aree Protette.
La proposta è quindi di valutare con la Regione Piemonte e le amministrazioni dei comuni confinanti la possibilità di costituire un organismo snello e non burocratico per la gestione del sito, guardando anche in seconda battuta ai siti di Rete Natura 2000 limitrofi. L’obiettivo è quello di poter coinvolgere la popolazione locale, a cominciare dai tanti proprietari di appezzamenti boschivi; e inoltre di creare qualche attività lavorativa e di far crescere il volontariato.
Redazione