Un ringraziamento al sindaco di Bra dal presidente emerito Napolitano | Telegramma in risposta all’apprezzamento esternato in occasione delle dimissioni mentre al Colle si aprono le votazioni per il successore

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Ringrazio vivamente per le calorose espressioni di stima e di apprezzamento rivoltemi nel momento delle mie dimissioni da Presidente della Repubblica”. Questo il testo del telegramma fatto recapitare oggi, giovedì 29 gennaio 2015, al sindaco di Bra, Bruna Sibille, dal presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel giorno in cui prende avvio l’elezione del suo successore.

 

Il senatore a vita Napolitano ha voluto ringraziare la prima cittadina che, in occasione delle sue recenti dimissioni, aveva inoltrato al palazzo del Quirinale un messaggio. Nel telegramma il sindaco Sibille esternava a Napolitano come “la comunità di Bra esprime stima e riconoscenza per l’importante servizio reso alla Repubblica come punto di riferimento dell’unità nazionale”.

 

Intanto al Colle continua il toto-successore, con il M5S che ha espresso oggi le sue preferenze, facendo votare gli elettori, nelle Quirinarie. Il primo nelle preferenze è risultato Ferdinando Imposimato con il 32% (16.653 voti), secondo Romano Prodi con il 20% (10.288 sì), terzo Nino Di Matteo con il 13% (6.693 placet). Le votazioni online per il candidato presidente della Repubblica del M5S si sono concluse alle 14. Hanno partecipato alla votazione 51.677 iscritti certificati.

 

 

Mentre le preferenze della maggioranza si concentrano su Mattarella. Siciliano, di famiglia di tradizione democristiana e poi fondatore del Ppi e attuale giudice della Corte costituzionale, Sergio Mattarella è il candidato proposto dal Pd su cui si apre la corsa al Colle, al via da oggi alle 15. Dalla Sicilia, dove la mafia uccide nel 1980 il fratello Piersanti, presidente della Regione, arriva in Parlamento, partendo dalla sinistra Dc e approdando, attraverso Ppi e Margherita, nel 2007, al Pd. Più volte ministro, si oppone alla ‘legge Mammì’ sul riordino delle emittenze televisive, per poi abolire, da ministro della Difesa, la leva obbligatoria, aprendo la strada al nuovo servizio civile. Nel ’93 è poi il relatore della legge elettorale maggioritaria, che prenderà il nome di ‘Mattarellum’.